Indice dell'articolo:
ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI
DELL’ASSOCIAZIONE PENSIONATI DELLA CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE
presso l’AUDITORIUM ENTE CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE
via Folco Portinari n. 5 in Firenze
per il giorno 10 dicembre 2019
alle 9,30 in prima convocazione e alle ore 10 in seconda convocazione
sui seguenti argomenti all’ordine del giorno:
1) RELAZIONE del PRESIDENTE
2) FUSIONE DEI FONDI
3) Avvenuta consegna delle richieste di Referendum al Fondo di Previdenza CRF
4) Zainetto o mantenere la retta mensile?
5) AGGIORNAMENTO del FONDO di PREVIDENZA CRF (IMMOBILI): Relazione del Presidente del Fondo Fabrizio Falsetti
6) AGGIORNAMENTO DELLE CAUSE in corso da parte dell’Avv. Iacoviello:
7) Sentenze vittoriose della Cassazione sul FIP (ex pensione Banco di Napoli) e sulla Perequazione 1999/2000.
8) IBAN ancora mancanti
9) VARIE ed EVENTUALI
Verbale Assemblea Soci del 10 dicembre 2019
Prende la parola il Presidente. Saluta l’Assemblea, che ringrazia per la presenza sempre nutrita.
Comunica subito che il collega Mensuali, eletto consigliere nelle ultime votazioni, ha dovuto ritirarsi per problemi personali. Al suo posto, è subentrato Panizza, che già collabora con la nostra Associazione per tutti i problemi che riguardano l’Inps.
Parla quindi del Giornalino, che pur inviato in tempi utili non è arrivato ad alcuni: suggerisce di leggerlo attentamente, perché contiene articoli molto interessanti.
Ricorda che stiamo attraversando un periodo molto intenso e ringrazia tutti i collaboratori che lo affiancano. Al riguardo, chiede la disponibilità dei colleghi per un aiuto in Associazione.
Passa quindi a parlare del primo punto all’ordine del giorno: la fusione dei Fondi. Banca Intesa ha quasi completato il progetto di fusione dei Fondi delle Banche da lei incorporate, mancano solo Cariplo e CRFirenze Spa. Cariplo ha già zainettato tempo fa, quindi il Fondo è notevolmente diminuito e paga solo le pensioni integrative di coloro che hanno preferito rimanere con la rendita. Noi siamo in situazione completamente diversa. Le previsioni erano che con la fine del 2019 Banca Intesa avrebbe deciso i termini per l’incorporazione anche del nostro Fondo, invece così non è stato. Sembra che Banca Intesa in questo momento abbia altri problemi: contratti nazionali collettivi, esuberi, eliminazioni di Filiali ecc… Sicuramente stanno comunque lavorando anche per questa fusione.
Il 4 dicembre c’è stata l’Assemblea della Falcri; noi abbiamo saputo dei loro interventi: sono stati molto deludenti, hanno parlato pochissimo della Fusione e non hanno accennato minimamente alle motivazioni del nostro Referendum. È certo che quando verranno convocati faranno quello che ha già deciso l’Azienda. Con il rinnovo del contratto nazionale, ci sarà sicuramente un “do ut des”. Noi non saremo chiamati in causa, nonostante la Cassazione abbia sancito che i Sindacati non possono fare accordi per i Pensionati. Dal canto suo la Falcri ha comunque detto che saranno salvaguardati i diritti di solidarietà ed equità (non è chiaro il significato di queste parole!!)
La Falcri ha parlato in modo generico: noi invece vogliamo che il Referendum sia su cose precise: correttezza, trasparenza nei conteggi e garanzie massime per chi conserverà la rendita (perequazione, reversibilità e garanzia della Banca).
La Banca può comunque, come stabilito dall’art.7 dello Statuto, mettere un veto alle nostre richieste di modifiche statutarie. Certo dovrà motivarlo (fra l’altro noi non abbiamo chiesto nessun aggravio di spesa per il Fondo). Se tutto salta ricorreremo alla Covip, anche se abbiamo qualche perplessità su un loro intervento decisivo.
Gattai prosegue ricordando che nell’ottobre/novembre 2018 abbiamo chiesto al Fondo di apportare delle modifiche ad alcuni articoli dello Statuto: art. 35 (la garanzia della Banca deve essere sempre mantenuta); art. 36 (per gli zainetti devono essere usati criteri oggettivi: tabelle giuste, tener conto della reversibilità, con tasso di attualizzazione non a caso, ma di mercato), il tutto tenendo conto della riserva matematica idonea a quelli che mantengono la rendita; art. 38 (il Fondo non può sciogliersi senza Referendum).
Anche sull’art.7 abbiamo chiesto delle modifiche: la Banca non può fare il Referendum a suo piacere.
Abbiamo raccolto 1362 firme, tutte convalidate da documento di identità.
Il 10 ottobre di questo anno tutti i documenti raccolti sono stati consegnati alla Segreteria del Fondo. Sono iniziate, a questo punto, discussioni in seno al Consiglio del Fondo circa il controllo delle firme. In prima battuta avevano proposto l’autenticazione presso un notaio e a seguito di questo hanno stilato un Regolamento, che sarà valido per il futuro. Per le nostre richieste hanno precisato che invieranno delle lettere per richiedere la conferma ad ognuno dei 1362 firmatari. Il Presidente chiede ai colleghi presenti di avvisare la nostra Associazione al momento del ricevimento di dette lettere.
Passa quindi a parlare degli zainetti e delle rendite. I conteggi devono essere fatti bene anche per i colleghi che hanno già dall’Inps l’85% dello stipendio (il Fondo, quindi, non integra nulla). Anche loro, durante il lavoro hanno versato i contributi: lo zainetto, quindi, deve tener conto dei loro contributi e di quelli versati dall’Azienda. Ricorda a tutti che la scelta, per lo zainetto o la rendita, è volontaria.
Conclude dicendo come fare un conteggio approssimativo del proprio zainetto: la rendita mensile moltiplicata per 13 e poi per gli anni del periodo di vita presunto, in base alle statistiche vigenti (85 anni). Il tutto rivalutato e quindi attualizzato.
La parola passa a Falsetti, Presidente in carica del Fondo di Previdenza. Inizia facendo una piccola precisazione: lo Statuto del Fondo non prevedeva una normativa per lo svolgimento di un Referendum. Da qui il problema di fare un Regolamento, che sarà valido da ora in poi. Restava il problema di stabilire cosa fare per le 1362 richieste presentate dalla Associazione Pensionati. Un equilibrio fra il vecchio e il nuovo è stato quello di inviare lettere con risposta preaffrancata per confermare le firme raccolte.
È stata quindi aperta una casella di posta elettronica, ma ci sono stati dei problemi con l’Ufficio Postale: delle poche lettere mandate per prova, non ne è ritornata indietro nessuna. Il sistema postale non ha funzionato e quindi ora dovranno riaprirle tutte ed affrancarle a mano.
Continua parlando del Fondo. Questo anno, finanziariamente è andato bene: Sono stati affidati 135 milioni a testa a due società di gestione, Eurizon che investe prevalentemente in obbligazioni e Candrian che investe essenzialmente sul mercato azionario. Il rendimento finale si è attestato intorno ai 16 milioni con una percentuale del 5,8%, pari alle pensioni che il Fondo paga annualmente.
La vendita degli immobili sta continuando: quest’anno sono stati fatti 95 contratti (21 milioni circa) e 5 milioni e mezzo sono da finalizzare. A questo punto siamo arrivati ad una percentuale di immobili al 25-26%, contro il 20-21% che stabilisce la Legge. Sono rimasti liberi ancora immobili su Empoli, Calenzano e Campi Bisenzio. Ci sono poi gli immobili commerciali. Per via Baracchini, a Firenze, c’è una offerta scritta di Scientology, che sta solo aspettando che il Comune gli dia il permesso di svolgere una attività religiosa.
L’avanzo tecnico è superiore a quello dello scorso anno: le vendite stanno dando delle buone plusvalenze rispetto ai valori di Bilancio.
Gattai si inserisce nel discorso commentando che il patrimonio del Fondo è stato gestito bene grazie i nostri quattro rappresentanti.
Prosegue Falsetti parlando del Fondo Unico di Gruppo (Fondo in cui sono stati convogliati i Fondi chiusi di Banche e società finanziarie, via via acquisite dal Gruppo Intesa e l’unico delegato ad erogare le prestazioni pensionistiche). Noi siamo associati alla FAP nazionale (Federazione Associazioni Pensionati), con Banco di Napoli, Monte dei Paschi di Siena, Cariplo e Unicredit, con l’intento di tutelare il più possibile i pensionati, tramite la stampa, le informazioni varie ed il supporto dell’avv. Iacoviello.
Nel Consiglio del Fondo ci sono solo 3 rappresentanti dei pensionati (lo stesso Falsetti con Della Ragione e Godino), mentre il Consiglio si compone di 18 membri di cui 9 rappresentanti della Banca e 6 dei Sindacati, eletti dai colleghi in servizio.
Si vede subito quanto siamo penalizzati, dato che il Fondo conta circa 8.300 iscritti di cui (contro 7.000 pensionati) ci sono solo 1300 persone fra attivi e esodati. Unica cosa positiva: i nostri 3 rappresentanti sono nelle 3 commissioni (Amministrativa, Immobiliare, finanziaria). Per lo meno sono al corrente di tutto quello che si decide.
Il Fondo paga le pensioni a tutti coloro che non hanno zainettato e lì confluiranno anche coloro che opteranno per la rendita del Fondo di Previdenza. Sede del Fondo Unico di Gruppo è Torino.
Prosegue Falsetti parlando del Fondo Sanitario di Gruppo Intesa (Cassa Malattie). Questo anno ci sarà un risultato positivo, quindi non ci saranno problemi a pagare la quota differita. Ricorda che il Fondo è nato come unione fra attivi e pensionati. La quota degli attivi, che versano un contributo inferiore ai pensionati, è in positivo, ma sembra che ora stiano utilizzando sempre di più il Fondo rispetto a prima (anche per i tempi lunghi della assistenza pubblica). Questo comporta un travaso minore nel Fondo dei pensionati e, quindi, uno squilibrio. Si stanno facendo interventi con l’amministrazione di Banca Intesa, tramite il Fap, per vedere se aumentare la quota a carico degli attivi.
Prende la parola il Dr. Carlo Della Ragione (Banco di Napoli).
Ringrazia il Presidente per l’invito che ormai da diversi anni lo rende partecipe alle nostre assemblee. Conferma che quanto esposto da Gattai sulla situazione attuale corrisponde in modo puntuale e preciso alla realtà. La Fap sta cercando di difendere al meglio la posizione dei pensionati (dal taglio delle pensioni d’oro a tutte le altre). Purtroppo gli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi dodici mesi non hanno smentito le previsioni tutt’altro che rosee, anche nel campo del lavoro: ci sono aziende bancarie, che pur denunciando utili notevoli con conseguente distribuzione di dividendi, non si fanno scrupolo di annunciare notevoli riduzioni di personale.
Parla quindi della fusione dei Fondi e del Fondo Unico di Gruppo di cui è uno dei consiglieri, insieme a Falsetti e Godino. Fa presente che è stato costituito come Fap un coordinamento delle varie Associazioni interessate alla confluenza dei vari Fondi aziendali nel nuovo Fondo a Prestazione Definita del Gruppo Intesa San Paolo. Fra le altre cose da affrontare quella del notevole disequilibrio nel numero dei candidati previsti in rappresentanza dei pensionati (3 in rappresentanza dei 7.000 circa pensionati contro i 6 sindacalisti in rappresentanza dei circa 700 dipendenti tuttora in servizio).
Oltre a questo, è necessario mettere in campo tutte le competenze ed il bagaglio professionale a tutela degli interessi dei beneficiari del Fondo che molto spesso confliggono con le posizioni degli altri consiglieri. Si stanno affrontando anche tutte le tematiche connesse allo scioglimento della Cassa Sanitaria Intesa, con l’aiuto dell’avv. Iacoviello, e della relativa destinazione del suo patrimonio. E’ speranza di tutti che si arrivi ad una composizione equa e civile della vicenda, anche con una revisione delle contribuzioni e delle prestazioni, attualmente discriminatorie nei confronti del personale in quiescenza, che tanto ha contribuito allorquando era in servizio.
Parla quindi della copertura sanitaria del Banco di Napoli fatta con MBA, illustrata ai colleghi della Fap nell’ultima riunione svolta proprio qui a Firenze. Per maggiori chiarimenti è possibile rivolgersi alla Associazione Pensionati del Banco di Napoli.
Prende la parola l’avv. Iacoviello. Inizia a parlare della fusione dei Fondi precisando che tutti i Fondi delle Banche del Gruppo sono confluiti nel Fondo Unico ad eccezione di quello di Cariplo e del nostro. Conferma il merito della nostra Associazione se siamo riusciti a resistere fino ad ora. A giugno e settembre u.s. abbiamo vinto le ultime cause contro la Banca (fra l’altro la Cassazione ha anche detto che i Sindacati non possono decidere per i pensionati, ma sembra che la cosa non abbia avuto per loro nessun peso visto che loro stanno andando avanti per la loro strada).
Parla quindi del Referendum che è attualmente in una fase di stallo. Il Fondo ha chiesto la conferma delle firme, ma non si capisce come mai questo non sia richiesto, magari, per l’elezione dei membri del Consiglio: anche a livello nazionale non si è mai vista una cosa del genere. Speriamo che si risolva presto, altrimenti dovremo trovare un’altra soluzione. Il nostro Referendum pone dei quesiti che quello dei Sindacati non fa.
Lo scorso anno l’Istituto San Paolo ha zainettato (circa 500 milioni di euro). Ora si sono accorti che i calcoli erano fatti male e vogliono fare causa. Anche per la fusione del Fip ci furono problemi: avevano levato la reversibilità e la perequazione; poi, ripristinato il tutto a seguito delle cause da noi vinte e la Banca ha dovuto pagare tutti gli arretrati (ultimamente una vedova di un collega che aveva zainettato senza il conteggio della reversibilità, ha avuto tutti gli arretrati).
Parla quindi dei colleghi (217) che nel 2009 non avevano fatto causa per il FIP. Stanno aderendo ora, piano piano, per ottenere il riconoscimento della reversibilità e della perequazione. Suggerisce quindi di rivolgersi alla nostra Associazione per informazioni e raccolta quindi dei documenti. La Banca – tramite il suo avvocato – sembra disponibile ad un accordo.
Ricorda che è’ stata vinta definitivamente la causa relativa alla perequazione del 99-2000. A febbraio 2020 ci sarà, poi, la causa per decidere sulla tassazione dello zainetto.
Parla anche del prossimo Consiglio del Fondo Pensione CR Firenze, che probabilmente sarà l’ultimo visto che la Banca non ha interesse a lasciare il Fondo a Firenze.
Per la perequazione 2019-2020 la Corte Costituzionale si pronuncerà e quindi ci terrà informati, senza fare nulla per ora da parte nostra.
Parla anche di nuove iniziative che sono allo studio per quei pensionati (soprattutto i neo pensionati e gli esodati) che hanno dall’Inps già l’85% della pensione e con il Fondo che quindi non integra nulla. Questo succede perché alcune voci recenti dello stipendio non entrano nel calcolo della pensione e quindi spesso i pensionati dopo il 2008 restano senza la pensione integrativa e quindi a loro non viene dato nessuno zainetto). Alcuni aumenti non andavano a far parte dello stipendio, ma restavano come voce distinta. L’Inps però ha calcolato la pensione anche su quelle voci e quindi alla fine la sua voce risulta più alta di quella calcolata dalla Banca.
Anche per i conteggi del TFR ci sono stati errori e questo a livello nazionale, per cui volendo si può fare causa: sono già vinte le cause a Torino (adesso le cause della Cr Firenze si faranno a Torino, dopo l’incorporazione con Intesa).
Parla quindi del Fondo Sanitario. Il Gruppo Intesa ha 220 mila iscritti. Anche quest’anno c’è il 52% di quota differita sul liquidabile. C’è un naturale disequilibrio (pochi attivi e molti pensionati). Dal 2010, poi, i Fondi sono stati divisi e quello dei pensionati è in deficit. Parla anche della quota che versa l’Azienda, prima levata e poi resa a noi pensionati. I pensionati nuovi, tra l’altro, per accordo sindacale non ce l’hanno più.
Una collega chiede della garanzia della Banca per coloro che conservano la rendita e l’avvocato risponde ricordando che questo è uno dei punti posti a Referendum: la Banca ha interesse a fondere tutto in un unico Gruppo, dove la garanzia è riservata solo al Fondo e non più al singolo iscritto. Nello Statuto da noi proposto, invece la Banca garantisce i singoli e i terzi.
Dopo i dovuti saluti alla Assemblea, uniti agli auguri per il S. Natale e il Nuovo Anno, la riunione ha termine alle ore 12,30.
IL SEGRETARIO
IL PRESIDENTE